Prima di parlare nello specifico di questa psicopatologia, voglio dire che avere un abbassamento dell’umore o comunque un periodo in cui si hanno pensieri particolarmente tristi nonché un calo di energia in forma leggera e per un breve periodo, può essere assolutamente normale, specialmente dopo aver vissuto eventi particolarmente stressanti come un lutto, un divorzio o un trasferimento sul lavoro etc…, situazioni comunque dolorose a cui però la persona, dopo un periodo iniziale di confusione e sofferenza, impara a reagire agli eventi avversi magari aumentando i comportamenti di autocura, definendo nuovi obiettivi personali nonché migliorando le proprie relazioni interpersonali, fino a recuperare uno stato di salute e benessere psicofisiologico.
Si parla, quindi, di Depressione vera e propria quando determinati sintomi, che elencherò successivamente, sono particolarmente invalidanti tanto da interferire con le normali attività lavorative, la vita quotidiana e le relazioni interpersonali, e perdurano da almeno 15 giorni consecutivi, perché sentirsi depressi significa vedere il mondo, se stessi e gli altri con delle “lenti scure” in cui tutto appare difficile, faticoso, in cui ogni sforzo appare vano, persino alzarsi da letto; la depressione, infatti, si manifesta attraverso sintomi fisici, emotivi, comportamentali ed anche cognitivi.
Le
emozioni tipicamente sperimentate dal soggetto depresso sono la tristezza, l’angoscia, il senso di colpa, il senso di vuoto, la disperazione, l’irritabilità, l’ansia, oltre che la mancanza di speranza nel futuro e negli altri.
I sintomi fisici più comuni sono la perdita di energia, la faticabilità, dolori fisici, agitazione motoria, disturbi del sonno, aumento o diminuzione di peso in poco tempo, mancanza del desiderio sessuale, disturbi della concentrazione.
Persone affette da depressione, possono avere comportamenti sintomatici come riduzione delle attività quotidiane, tendenza all’isolamento sociale, difficoltà a prendere decisioni e risolvere problemi anche semplici, atteggiamenti remissivi, crisi di pianto anche improvvise, tentativi di farsi del male o di suicidio, chiusura delle relazioni sociali, anche familiari.
Questa psicopatologia, inoltre, presenta un “modo di pensare” che rispecchia la visione negativa che queste persone hanno di sé, del mondo e del futuro, tale modalità emerge proprio analizzando i “pensieri automatici” che questi soggetti hanno, anche solo per pochi secondi, ma che rappresentano il loro modo di leggere gli eventi e il mondo, e dai quali spesso emerge la loro tendenza ad amplificare gli aspetti negativi piuttosto che quelli positivi che anzi vengono minimizzati. Pensieri tipici potrebbero essere “accadrà qualcosa di terribile”, o “sono un fallito” o “i miei sforzi sono stati vani, non ce la farò mai a raggiungere i miei obiettivi”, “non ho successo con gli altri perché non mi considerano in maniera positiva” etc.
Per quanto riguarda le cause della Depressione, da ricerche scientifiche è emerso che non esiste una causa unica, ma piuttosto la combinazione di diversi fattori di tipo:
- biologico: alcuni studi hanno dimostrato che vi è una componente genetica che può favorire o meno la comparsa della sindrome depressiva, sembra quindi che ci possa essere una certa familiarità;
- ambientale: premetto che determinate situazioni o eventi non costituiscono di per sé fattori scatenanti la Depressione, anche se possono essere predisponenti un quadro depressivo, perché un elemento fondamentale è il modo in cui l’individuo interpreta gli eventi che accadono e come riesce a fronteggiarli.
Situazioni quindi precipitanti una sintomatologia depressiva, potrebbero essere:
- perdita del lavoro
- affrontare una separazione (divorzio..)
- cambiamenti importanti nella mansione lavorativa o problemi di lavoro
- lutto in famiglia o di una persona molto cara
- conflitti interpersonali o familiari
- trasferimento della propria dimora (ad es. per motivi economici o di lavoro)
- malattia personale o di una persona cara;
- psicologico: questa dimensione comprende le esperienze che l’individuo ha vissuto, in particolar modo sono rilevanti gli stati mentali ed emotivi sperimentati durante l’infanzia (ad esempio avere esperienze di deprivazione emotiva, perdita in età infantile della propria madre, vivere in una famiglia caotica..) i quali potrebbero favorire una vulnerabilità emotiva; ciò riguarda il significato che la persona ha dato a certi eventi e come questi sono stati elaborati psicologicamente determinando più o meno una modalità caratteristica sia del modo di pensare, che la tendenza a vivere emotivamente determinati eventi, tanto da favorire una vulnerabilità nella struttura della personalità del soggetto che potrebbe tendere più facilmente alla Depressione (per es. vivere frequentemente sentimenti di colpa o di inedaguatezza.).
Parlando di trattamento per tale psicopatologia, studi di efficacia hanno evidenziato che circa il 70% dei pazienti depressi ha un significativo miglioramento sintomatologico entro le prime 20 sedute di Psicoterapia; qualora la Psicoterapia sia associata ad un trattamento farmacologico appropriato, il miglioramento sintomatologico può salire circa all’80% dei casi ed in modo durevole nel tempo.
La Psicoterapia cognitivo-comportamentale focalizza l’intervento soprattutto sull’analisi dei modi in cui il soggetto interpreta gli eventi che accadono; come egli vi reagisce e vede sé stesso, gli altri ed il futuro, e questo perché tale modalità, tipica delle persone affette da depressione, ha un ruolo chiave nell’esordio e nel mantenimento della depressione.
L’approccio cognitivista, dunque, si propone di aiutare il soggetto prima ad identificare e poi a modificare tali pensieri negativi con l’utilizzo di strategie cognitivo comportamentali e tecniche specifiche (ristrutturazione cognitiva, modificazione di comportamenti problematici.) che a loro volta potranno determinare un cambiamento in positivo sia nel modo di pensare che sulle
emozioni ed il modo di pensare della persona allo scopo di interrompere quei cicli viziosi che tendono a mantenere la depressione nel tempo.